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Come prendere uno sciame
Un alveare è composto da un'unica colonia o famiglia e per questo c’è sempre una sola ape regina
In primaveranascono nuove regine tra loro la prima sarà più forte e avrà la supremazia eliminando le sorelle non ancora nate, poco prima che ciò accada la vecchia regina con buona parte delle api operaie uscirà dall’alveolo per trovare una nuova casa. Solitamente questo compito appartiene alle api esploratrici e qui la mano dell’uomo condizionerà la scelta delle stesse attraverso piccoli accorgimenti o nella peggiore dei casi con un invito un po’ brusco, ma comunque accettato serenamente nel 90% dei casi.
Un sistema che troviamo in uso è lasciare in qua e la delle casine con le esche nel periodo di sciamatura. Può capitare che uno sciame scelga di vivere lì senza tanti preamboli.
Se al momento del trasloco è già stato localizzato un nuovo rifugio lo sciame si lascerà guidare dall’ape esploratrice altrimenti aspetta vicino la vecchia casa appeso ad un ramo. Il momento ottimale per “catturare” lo sciame è proprio questo. Posizionando sotto lo sciame una nuova casina giàpredisposta con un esca, che consiste in due telai-nido ai lati pieni di miele, si scuote il ramo affinché lo sciame cade dentro la casina, facendo attenzione che entri anche la regina che si distingue dalle numerose operaie che la circondano e la proteggono e per la maggiore lunghezza dell'addome, così si chiude la casina e si posiziona vicino al punto di cattura per permettere alle api non ancora catturate di entrare. La conferma della riuscita della cattura e dell’accettazione da parte della regina della nuova dimora si nota dal fatto che le api non catturate continuano a confluire man mano nelle casina stessa, altrimenti si noterà un fuggi-fuggi e a quel punto la cattura è fallita. Questo può accadere nel 10% dei casi.
Se invece è stato un successo il numero delle casine è da considerarsi raddoppiato. Dopo una settimana la nuova ape regina uscirà per compiere il volo
Una volta accertata la cattura se il posto è valido lasciamo l’alveare dov’èaltrimenti cercheremo uno spazio ideale, e con cautela la adageremo con la porticina d’entrata rivolta ad est.
Loro poi saranno in grado di trovare anche a molta distanza i fiori che preferiscono, spaziando fino a 5 km il luogo di raccolta del polline e miele.Una bottinatrice che torna all'alveare da un terreno di caccia appena scoperto sale verso i favi e spintona le operaie, inducendole ad assaggiare il suo nettare e a sentire il profumo di cui essa stessa è impregnata. Poi comincia a descrivere dei cerchi concentrici attorno ad una celletta. Conoscendo ora il gusto ed il profumo del nettare le altre operaie ne troveranno rapidamente la fonte, pur non avendo alcuna indicazione sulla direzione.
Nei controlli saltuari quando la famiglia ha quasi riempito l’arnia, predisposta per la nidificazione, si aggiunge un escludi regina frapponendolo tra il melario e il nido per evitare la nidificazione e facilitare la raccolta del miele che noi facciamo nel mese di settembre.
Può comunque accadere che già dalla primavera,se la famiglia è grossa e laboriosa,il melario si riempirà velocemente e allora bisogna provvedere all’aggiunta di un altro melario, ponendolo sotto il vecchio, poi tra i due si collocheràcomunque un escludi-reginain modo che l’altro, una volta che le api avranno percolato le celle, potrà essere asportato.Si può aggiungere un api-scampo, sopra il vecchio melario ormai pienoper facilitare l’uscita e complicarne l’entrata e ottenere l’abbandono completo da parti delle api.
Il melario verrà sottoposto alla smielatura che consiste nel prelevare il miele tramite la centrifugazione, ovviamente solo dopo aver tolto gli opercoli delle celle. E finalmente avremo il nuovo miele millefiori che filtrato e decantato viene invasato.
A causa della globalizzazione esportando api non autoctone è stata importata anche la “VARROA”, un acaro-parassita, micidiale per loro che distrugge le famiglie di api. Il modo più naturale che noi usiamo è spruzzare con una siringa tra i nidi dell’acido ossalico prelevato dall’ortica, reperibile facilmente nei negozi specializzati di apicoltura e in qualche agraria più fornita.
A settembre si levano tutti i melari e si preparano le arnie con le api ad affrontare l’inverno. Per aiutarle a difendersi dalla maledetta varroa inseriamo sopra il nido delle tavolette impregnate di oli essenziali
Per la costruzione di telaini e arnie e dimostrazioni pratiche si organizzano incontri sul posto guidati da persone competenti che fanno questo lavoro per puro gusto personale nel rispetto dell’ambiente e delle stesse api . Per informazioni e prenotazioni contattaci.